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Facebook non accedo più
Di M. Cazora (del 05/08/2019 @ 14:28:35, in Parole senza deferenza, linkato 791 volte)
Desidero salutare tutti e congedarmi dalla festa. Com'è normale che sia il mondo cambia, che vada avanti o indietro tempo escluso sarà la storia a raccontarlo. I social sono stati e sono uno strumento che hanno radicalmente e definitivamente cambiato i rapporti umani e sociali, dal mio punto di vista hanno fatto degenerare quanto già covava sotto la cenere dell'umanità da molto tempo, credo però che la cosa non sia solo responsabilità dello strumento in sé ma anche di chi lo usa per come lo usa, mi ricorda molto la storia italiana a proposito di legiferazione, si è sempre pensato di cambiare legge quando qualcosa non funzionava e molto spesso si legiferava peggio, in realtà il problema è sempre risieduto nel fatto che non facendo osservare la legge essa sembrava puntualmente sbagliata. Nuovi social nuovi fenomeni da valutare e contenere. La maggior parte delle volte il pericolo risiede nell'uomo non nello strumento. Facebook come Instagram ecc. hanno lentamente fatto emergere in noi una grande malattia; all'inizio del tutto asintomatica o quasi; poi con il passare degli anni ahimè moltissimi già portano segni evidenti di qualcosa che usando un gergo comune lontano e drammatico, colpisce tutti, indiscriminatamente, non riserva favori nei confronti di nessuno, non guarda a sesso, età, ceto sociale, siamo solo all'inizio non sembrano esserci cure e chissà se mai ci saranno o se mai si sentirà la necessità di cercarle. Non intervengo ormai se non rarissimamente da anni su Facebook e ritengo sia giunto il momento di togliere il disturbo. Colgo l'occasione per salutare tutti inoltre per augurargli una vita fatta di cose antiche, rapporti umani reali, telefonate, incontri, discrezione, eleganza, un po' di sano pudore, ascolto e meno IO. Mi auguro che quella differenza sociale, culturale che misurava il mondo in maniera eccessiva un tempo torni a rivivere in modo che l'ignorante come un tempo riconosca di esserlo e con umiltà torni ad ascoltare ad imparare. La presunzione dell'ignoranza ha preso il sopravvento, tutti sanno di tutto e meglio di chiunque altri. Pasolini raccontava di una televisione che poneva chi appariva comunque superiore perché parlava da un pulpito ed il pericolo da lui paventato era quello di rapportarsi ad una Italia ancora assai analfabeta ed in preda ad un mezzo di comunicazione discriminatorio e lo diceva mezzo secolo fa. Pensate che stiamo parlando di Pasolini ( già, chi era costui? ), il quale si sentiva a disagio perché non amava sentirsi superiore, oggi parlano gli analfabeti, non quelli da lui citati, i nuovi analfabeti quelli che oggi si ritrovano sul pulpito ed indovinate un po' chi ce li ha messi? lo fanno senza vergogna e ritegno e ricchi di accoliti culturalmente preparatissimi ed umanamente impeccabili, sono tutti da esempio per l'umanità e guai a contraddirli, loro sono la maggioranza quindi sono la ragion pura, sono coloro che accusano chiunque ormai per qualunque ragione mentre loro hanno il lasciapassare per compiere le azioni più abiette. Se credete sia tutto così cambiato culturalmente oggi e ritenete che quanto detto sia superato riflettete per favore, ascoltate un diplomato ed accorgetevi di come l'unica cosa cambiata sia stata negli ultimi decenni una decisione politica, culturale e malatamente paritaria di promuovere chiunque, ponetegli una domanda facile ed ascolterete con sconcerto la risposta, oggi i giovani con una "laurea" di tre anni negli indirizzi più fantasiosi e dai nomi esoticamente accattivanti si sentono Einstein, festeggiamenti biblici per un obiettivo inutile e pericoloso, essi sono il presente ed il futuro. Tutto questo ha fatto emergere i suddetti sintomi e ne sto trattando solo alcuni. Riappropriamoci con orgoglio della nostra ignoranza, ritroviamo quella sete di sapere scomparsa, ma prima che sia troppo tardi salvaguardiamo le rarissime menti rimaste da cui apprendere, imparare, affinché il bello sia ancora riconoscibile. Auguri Mondo! p.s. ovviamente ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale, riguarda sempre gli altri non noi.