Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 14/11/2013
Napolitano accoglie Papa Francesco
«In Italia clima avvelenato, non c’è dialogo»
Il capo dello Stato richiama le parole del pontefice sulla necessità di un incontro anche con «i più lontani e gli avversari».
Napolitano è forse convinto di rivolgersi ad uno sprovveduto, all'ipocrisia papale che ha da sempre contraddistinto i papi precedenti, peccato che questo Papa abbia già ampiamente dimostrato ed in pochissimo tempo di essere fatto di tutt'altra pasta. Di certo non tutto è stato risolto nel girone dantesco che è il Vaticano (un esempio ne è il caso del sacerdote pedofilo di Bolzano), ma è pur vero che di fronte ad un uomo che riveste il ruolo più delicato che si possa ricoprire sulla terra e cioè dare significato e concretezza all'esempio di Gesù e Papa Francesco sta facendo il possibile per dare un volto nuovo, mai visto prima (se non in un potenziale Papa Luciani), forse il nostro Presidente avrebbe fatto meglio a pensare ad una confessione piuttosto che a tale esternazione.
Il Presidente della Repubblica che l'Italia annoveri è certamente stato Francesco Cossiga e non vorrei che la sua dipartita ce lo facesse mai dimenticare.
Giorgio Napolitano si è rivelato (per me non è mai stata una sorpresa poiché conosco il suo operato da decenni) essere di un'ipocrisia unica, pur tentando di mascherarla attraverso la sua figura di uomo anziano e saggio oltreché assolutamente utile ed indispensabile.
Da cosa nasce il senso di enorme disprezzo da parte mia nei confronti di un essere tale? E' molto semplice, parliamo di un uomo di 93 anni, che ha conosciuto la guerra, la resistenza, il significato del sacrificio che porta con sé la parola partigiano e per lui anche comunismo, ma che da quando ha ricoperto questa carica, si è scoperto essere il più grande servo americano, tutte le sue iniziative apparentemente volte a ricucire una situazione difficile e complessa come la nostra, altro non sono state che il frutto di ordini da eseguire con pedissequità, portandoci ovviamente ad un danno ulteriore di cui ancora oggi è difficile trarne le conseguenze per il futuro dello Stato.
Ebbene se a quella età non temi il tuo futuro, che per un credente sono o l'inferno o il Paradiso, allora sei un'uomo vuoto, senza più alcuna speranza, come Papa Francesco, così Napolitano avrebbe potuto dare un segnale vero di rivoluzione culturale e concreta al Paese, ne ha perso l'occasione pur beneficiando addirittura di due mandati.
L'unica speranza che possa tenere ancora viva questo Paese è che prima o poi arrivi un Presidente capace di dare un volto totalmente nuovo all'Italia, stravolgendola e cancellando il fetore che da sempre avvolge l'aria che respiriamo dato dalle stragi e dagli assassinii irrisolti della nostra storia
L’ISTITUTO DI PREVIDENZA
Inps, l’allarme di Mastrapasqua:
«Sui conti non siamo tranquilli»
Il presidente dell’Inps: «Ho scritto ai ministri Saccomanni e Giovannini, il bilancio può dare segnali di non tranquillità»
Mastropasqua è presidente dell'INPS da 5 anni oltre a ricoprire altri mille incarichi, nel 2010 dichiarava redditi per 1,2 milioni di euro.
Due domande, la prima può apparire demagogica, l'altra no di certo ma anzi estremamente essenziale.
Se il bilancio non lascia sereni perché nel momento in cui si scrive ai ministri non si vuole dare anche un segnale di buon gusto e proporre di ridurre il proprio compenso? Questo non rimetterebbe di certo a posto i conti dell'ente previdenziale, ma risolverebbe un probe di sperequazione troppo evidente.
I ministri che ricevono tale dichiarazione perché non pensano a prendere due provvedimenti?
Il primo riguarda gli emolumenti del succitato presidente che è sei volte il loro, sta a loro deciderne il compenso, secondo se ho un funzionario dello stato in carica da ben 5 anni e mi mette in allarme per i conti, non mi viene in mente di mettere in discussione le capacità di costui?
In Italia abbiamo decine di casi "Mastropasqua", percepiscono ingentissimi stipendi, ma sono incapaci nella maggior parte dei casi di sanare o far crescere ciò che gestiscono, ma lì restano e lo fanno per anni, creando sempre maggiori situazioni critiche sui bilanci. Ahimè per quanto si possa raccontare, il nostro resta sempre il Paese più clientelare al mondo e nemmeno quando è il Governo stesso a pagarne le conseguenze si pensa a mettere mano sul management italiano, insomma è più facile dimissionarie un ministro che un manager.
Io ne conosco il perché, ma rimane il fatto che a pagare restano sempre gli italiani che silenti ed ignoranti hanno ormai dei paraocchi indirizzati unicamente verso i politici, i quali molto spesso credetemi possono fare molti meno danni di costoro, che oltretutto in una sorta di privilegiato anonimato, si fanno ricchi e anche quando se ne andranno non pagheranno mai per i danni immensi creati, perché ci sarà sempre lo stato, quindi noi, a dover sostenere i costi del disastro e della bella vita di alcuni e delle loro famiglie.
L’OPERAZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA E DEL ROS
Maxi sequestro di beni a ex capo della Magliana
L’impero del boss: case di lusso, auto e società
Il patrimonio di Ernesto Diotallevi vale 25 milioni di euro. C’è anche un appartamento di 14 vani in piazza Fontana d Trevi.
Ma erano necessari 30 anni per arrivare a questo?
Come mai adesso sì?
Non c'è mai nessuno che ne risponda?
Il vero problema è che l'italiano medio non sa che il cambiamento lo si nota attraverso la caduta definitiva di alcune persone.
E' un caso che sia avvenuto dopo la morte di Giulio Andreotti ad esempio?
NEL MIRINO IL PROCESSO STATO-MAFIA
Riina dal carcere minaccia il pm Di Matteo:
«Deve morire. Mi stanno facendo impazzire»
Il Comitato per l’ordine e la sicurezza valuta se trasferire
il sostituto procuratore di Palermo in una località segreta
Ancora si finge che uno come Riina possa decidere la vita o la morte di uno o più magistrati e gli italiani che non sanno ci credono.
Le sorti eventualmente le decidono i Servizi e le mafie o altri ne sono la manodopera.
Una volta per tutte chiarito questo aspetto, se qualcuno in Italia avesse davvero voglia di cambiare le cose, di trasformare il Paese per sempre, dovrebbe dare un segnale convincente ma duro.
Come? Dopo tali dichiarazioni è venuto purtroppo a mancare per un malore improvviso Totò Riina, avanti il prossimo.
Questa è solo una minuscola cosa per trasformare la realtà di sempre, la domanda è piuttosto un'altra, qualcuno lo vuole davvero?
Fotografie del 14/11/2013
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